i trenta

30, numero tondo e morbido. trenta soffice e denso.
Il web è pieno di articoli e blog in cui è possibile trovare liste e consigli su come affrontare i 30 anni: I trenta sono i nuovi 20, come i 50 sono i nuovi 40. Così dicono.
Ci sono articoli su come i 30 anni rappresentino il vaso di pandora per alcune cose: saper dire no e la possibilità di scelta; imparare a risparmiare e iniziare a costruire una famiglia; l’esistenza della legge della gravità per il nostro corpo e l’impossibilità di gestire più di due cocktail di fila; l’importanza di dormire e delle bevande detox all’interno della routine giornaliera; imparare a lasciar andare e imparare a semplificare tutto comprese le relazioni; apprezzare il valore del tempo e investire in quello che fa stare bene.

Il tempo risolve tutto, o quasi.
Il vocabolario identifica il tempo come qualcosa intuitivamente collegato al divenire, alla durata, alla continuità; come il momento opportuno e la circostanza favorevoli.
Il tempo è galantuomo cita Voltaire; C’è Tempo canta Fossati; una delle opere più famose di Dalì esprime il concetto di tempo. Il tempo è la modalità dell’esserci dell’essere, è il modo non soltanto attraverso cui l’esserci conosce il mondo, ma sceglie di esistere nel mondo (Heidegger). L’uomo e il tempo sono in teoria disconnessi, ma filosoficamente uniti da uno scopo esistenziale che si basa sulla continua conoscenza.
Il tempo è Kairos momento buono per agire, per decidere.

Io agisco e decido di investire il mio tempo in quello che mi fa stare bene.
L’anno dei 30 è stato l’anno del Master; l’anno dell’ottenimento della certificazione internazionale di conoscenza della lingua Inglese; l’anno della partecipazione ad un progetto ERASMUS+ con Legambiente; è stato l’anno in cui ho lavorato per rendere unico il giorno più importante della vita di mia sorella: il suo matrimonio.
E’ stato l’anno in cui ho visitato per due volte la città di Bruxelles prima per il Master in Europrogettazione e poi per visitare il Parlamento Europeo guidata da Elly Schlein; è stato l’anno in cui ho curato la realizzazione dell’evento TEDXWomen a Bologna e ho avuto l’onore di collaborare con personalità interessanti del mondo del business italiano; è stato l’anno in cui sono tornata a seguire un corso all’università per il puro piacere della conoscenza.
E’ stato l’anno in cui ho sviluppato il mio primo progetto di empowerment locale delle donne Maasai in Kenya ed è stato l’anno in cui sono tornata in Africa per promuoverlo; è stato l’anno in cui ho trascorso le nottate degli ultimi due mesi scrivendo il mio primo progetto europeo con una amica e collega che vive dall’altra parte del mondo; è stato l’anno in cui ho cambiato nuovamente lavoro e colleghi. 
E’ l’anno in cui ho deciso di aprire un blog.

I miei 30 sono arrivati e un po me l’aspettavo che fossero così lucidi. Sono fiera del risultato e non ho rimpianti. Se mi guardo indietro, non ci sono cose che cambierei, scelte che non farei, città che non visiterei, fallimenti che eviterei o treni che perderei, sorrisi che non illuminerei e amori che rinnegherei, parentesi che non aprirei o persone che non conoscerei.
Tutto è servito a rendere così pieni i miei 30 anni.
E sono pienamente convinta che io, noi, come esseri umani siamo frutto delle scelte che facciamo. Le scelte determinano le persone che siamo. La somma di quei bivi affrontati, di quelle cadute e delle volte in cui ci siamo rialzati ci porta dritto a quello che siamo oggi. Il presente, l’unico tempo degno di essere vissuto. Anche la non scelta e l’abusato stallo emotivo e limbo decisionale è di per sé una scelta. La scelta di non agire e/o di farlo fare agli altri per noi. Ed è lì che poi le persone si differenziano in due categorie, è in quel frangente che si costruisce la propria personalità. E’ una conquista la personalità. La personalità è un qualcosa che si impara a rendere efficace con gli anni e con l’esperienza: non la vendono in scomparti al supermercato tra l’ammorbidente e i barattoli della marmellata. La personalità è quella cosa che se ben coltivata, ti insegna a saper prendere decisioni. Le decisioni, a loro volta, sono quelle che, fatte in maniera consapevole o istintivamente, ci rendono vivi.

Perché poi è quello che conta: la vita, la vita che metti dentro ogni cosa che fai. La qualità della vita che metto dentro ogni cosa che faccio mi rende così serena nell’affrontare il futuro trentennio. Lo affronterò con lucidità, dopo l’anno trascorso, fatto di scelte e cambi di vita, importanti. L’unico aspetto non lucido dei miei trenta anni, al momento, è l’aver aperto un blog.

Finisco il tè allo zenzero, e chiudo salutando, dandoti il benvenuto in quest’esperimento che si chiama sharpiness.

ciao.

2 thoughts on “i trenta

  1. Davvero un bel biglietto da visita. La lettura ci fa “cadere” nel tuo trentesimo anno. Non è mai banale, perché supportata da un anno e da un percorso, che lo ha costruito, che è il contrario della banalità. Il tuo pezzo trasmette tutta la tua passione per quello che hai fatto, ed è bello. Ricorda che chi legge, chi “segue” è perché si “appassiona” alle passioni! E sembra che tu ne abbia da vendere. Sotto con altri pezzi. Ándale, Ándale!!!

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